Mi capita, a volte, di chiedermi se chi ho davanti abbia davvero un cuore, un cervello e dei sentimenti, se sia davvero appartenente alla razza umana.
Mi guardo intorno e vedo arroganza, presunzione e indisponibilità.
Mi metto in ascolto e non odo risposte, nessuno che ti racconta chi è o cosa fa, solo quanto ha e quanto conta, quanto valgono le sue quotazioni sociali.
Ognuno che coltiva il suo piccolo orticello incapace di condividere.
In questi giorni mi è capitato di tornare ad ascoltare alcune canzoni di Jovanotti che al di là del ritmo piacevole mi fanno pensare, mi interrogano, mi consolano a volte.
Noi siamo l'elemento umano della macchina e siamo liberi sotto le nuvole dice lui, ma sarà poi vero? Sarà vero per tutti?
Se la macchina ti fagocita e ti centrifuga nel sistema non riesci più a scorgere il tuo lato umano.
Ultimamente resto spesso delusa dalle persone e dai finti rapporti che portano avanti.
Ho scoperto che i bulletti delle medie si trasformano in bulli adulti sul posto di lavoro, che la richiesta di omologazione da cui cerco di proteggere i miei figli è in agguato anche in ufficio.
Nessuno che pensa più con la sua testa, meglio allinearsi con il sistema, meno rischioso.
A tutte queste persone vorrei chiedere, sempre prendendo in prestito le parole di Jovanotti:
Hai le costole e in mezzo alle costole che cosa c'è?
Hai le vene e dentro alle vene che cosa c'è?
Hai le vertebre e dentro alle vertebre che cosa c'è?
Hai i polmoni e dentro ai polmoni che c'è?
E voi? Spero che il vostro sia un mondo incantato!